Perché il prossimo Presidente del Consiglio non sarà eletto dal Popolo (ve lo spiego ma dovreste averlo imparato alle elementari)
L’altro giorno un amico sosteneva che è più facile incontrare un italiano in grado di recitare a memoria la formazione che ha vinto i Mondiali di calcio del 1982 che qualcuno in grado di recitare un articolo, uno solo, della Costituzione. (La stessa Costituzione che poi magari idolatrano come “la più bella del mondo”). Non so quanto sia vero. Ma quel che è certo è che da un cittadino adulto che abbia completato le scuole dell’obbligo e maturato il diritto di voto ci si aspetterebbe un minimo di conoscenza dei meccanismi basilari che regolano l’assetto costituzionale del Paese in cui vive. A maggior ragione questi concetti dovrebbe conoscerli chi fa politica da anni all’interno delle istituzioni. E invece leggete cosa ha scritto Luigi Di Maio il 13 marzo nel post “La volontà popolare è sacra e va rispettata”:
«il 4 marzo i cittadini hanno votato un candidato premier, un governo e un programma».
Il 27 marzo, nel post “La volontà popolare sopra ogni cosa”, il politico campano ha rincarato la dose:
«è finita l’epoca dei governi non votati da nessuno».
Come se non bastasse, il 4 aprile, nel post “Un contratto alla tedesca”, Di Maio ha ribadito lo stesso concetto:
«Un terzo degli italiani ci ha chiesto di cambiare questo Paese e ha detto basta a forzature e presidenti del consiglio non eletti».
Di Maio e chi eventualmente lo ha coadiuvato nella stesura di quei post si rassegnino: il prossimo Governo non sarà il primo, non sarà il secondo, ma sarà il sessantacinquesimo esecutivo della Repubblica Italiana non eletto dal Popolo. Il sessantacinquesimo su sessantacinque. Questo indipendentemente dal nome del Presidente del Consiglio e dai partiti che voteranno o non voteranno la fiducia.
Sarà così perché, udite udite, nella nostra settuagenaria Repubblica parlamentare il Presidente del Consiglio non viene eletto dal Popolo. E il Popolo non elegge nemmeno il Governo. Può non piacere, ma è così. E c’è un libretto intitolato Costituzione della Repubblica Italiana che lo spiega chiaramente, nero su bianco, senza lasciare adito a dubbi, esitazioni o incertezze.
Già nell’Articolo 1, la Costituzione ci informa che il Popolo è “sovrano”, ma solo “nelle forme e nei limiti” previsti dalla Costituzione stessa. Proseguendo con la lettura della Carta scopriamo che il Popolo, o almeno una parte di esso (bisogna avere 18 anni per votare per la Camera e 25 per il Senato), elegge i parlamentari (Art. 56 e 58), ma poi questi parlamentari svolgono il loro compito senza vincolo di mandato (Art. 67), cioè mantengono libertà di coscienza e di voto, che può anche differire dal parere del “Popolo”, o meglio: di chi li ha eletti. Anche perché nessuno può chiamare i parlamentari “a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni” (art. 68).
Non è il Popolo, ma sono i suddetti parlamentari ad eleggere il Presidente della Repubblica (Art. 83). E poi è il Presidente della Repubblica che “nomina” il Presidente del Consiglio (Art. 92).
In sostanza, il Popolo elegge i parlamentari, ma non elegge né il Presidente della Repubblica, né il Governo, né il Presidente del Consiglio. Oltre a non poterli eleggere, il Popolo non può nemmeno sfiduciarli: non può sfiduciare il Governo né il Presidente del Consiglio, e nemmeno un singolo Ministro. Non può sfiduciare il Parlamento, non può sfiduciare una delle due Camere del Parlamento, non può sfiduciare un singolo parlamentare, e tanto meno può sfiduciare il Presidente della Repubblica. Adesso tornate all’Articolo 1 e rileggete la parola “limiti”. Ecco, già ne abbiamo trovati parecchi, di limiti.
A questo punto avrete capito che chi dice che «il 4 marzo i cittadini hanno votato un candidato premier e un governo» dice una cosa errata e fa passare un concetto sbagliato e mistificatorio. Allo stesso modo, chi strepita o addirittura grida al “colpo di stato” (sic) di fronte ad un Governo o un Presidente del Consiglio “non eletto dal Popolo” (come abbiamo sentito dire ad nauseam dalla caduta del primo Governo Berlusconi nel 1994 fino alla nascita del Governo Gentiloni nel 2016) è una persona che non ha un chiaro quadro dei meccanismi basilari che regolano l’assetto costituzionale del Paese in cui vive. Oppure è una persona disonesta che, pur conoscendo la realtà, preferisce manipolarla per scopi propagandistici.
In conclusione, sfogliando la Costituzione è davvero semplice capire perché il sessantacinquesimo Governo della Repubblica Italiana e il suo Presidente del Consiglio saranno nominati dal Presidente della Repubblica e non saranno eletti dal Popolo. Esattamente come i 64 governi precedenti. Questa forma di governo si chiama Repubblica parlamentare, così funziona la Repubblica Italiana, e questi concetti vengono (o perlomeno venivano, ai miei tempi) insegnati nelle scuole dell’obbligo durante le ore di Educazione Civica (recentemente ribattezzata “Cittadinanza e Costituzione”).
Certo, alcune forze politiche possono legittimamente proporre revisioni costituzionali e esprimere l’aspirazione ad una svolta di tipo semi-presidenziale o presidenziale, ma ahiloro per il momento l’Italia rimane una democrazia parlamentare dove “il Popolo” non elegge direttamente né il Capo del Governo né il Capo dello Stato. E per questo motivo è ridicolo, diseducativo, nonché anticostituzionale (in contrasto con lo spirito e la norma della Costituzione) e potenzialmente pericoloso che qualcuno in Italia si ostini a denunciare i “governi non votati da nessuno” e i “Presidenti del Consiglio non eletti”.
Sarebbe auspicabile che i politici lo tenessero a mente anche nei momenti di più aspra critica politica e di più sfacciata propaganda elettorale.
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Quel pagliaccio di Di Maio… Anni di insulti per poi finire a rinnegare tutto. Con il cappello in mano in cerca di due voti per formare una maggioranza con chicchessia. Eccolo lì il futuro, lo statista, l’uomo nuovo. Democristiano demagogo assistenzialista con la maschera con la maschera di plastica di Guy Fawkes.
Quest’anno mio figlio ha studiato questi concetti sul suo sussidiario di quinta elementare.
Di Maio è quello che confonde Cile e Venezuela. Forse alla quinta elementare non c’è arrivato.
Sarà che non sia arrivato alla 5 elementare ma un sacco di persone lo ha votato! Dunque, danilocdea?
Dunque cosa? Con l’istruzione o le conoscenze il numero di voti presi o non presi non c’entra assolutamente un Fico secco. Puoi prendere anche tutti i voti dell’universo, ma Cile e Venezuela rimangono due paesi differenti. E se non lo sai sei un ignorante. Fattene una ragione.
Secondo me lo schema dei Rapporti tra i poteri dello Stato ha alcuni difetti.
In alto dovrebbe esserci il Popolo (a cui appartiene la sovranità, Art.1) che elegge il Parlamento, sotto il Presidente della Repubblica, tutto il resto dello schema non cambia se non aggiungendo una freccia che dal Parlamento si ricollega al Popolo (il flusso delle scelte legislative che tornano al Popolo).
Forse, guardando ora lo schema ci si rende conto che l’affermazione di “una persona disonesta che, pur conoscendo la realtà, preferisce manipolarla per scopi propagandistici”, non sia altro che il desiderio espresso da chi detiene la maggioranza relativa.
Desiderio anticostituzionale? Certo, ma desiderio legittimo, per quanto sbagliato, ed elaborato dopo un risultato elettorale ottenuto inseguendo il rinnovamento della classe politica nel suo assieme, forse un pensiero lecito nel momento politico in cui ci troviamo. Il Popolo ha eletto il Parlamento, gli eletti esprimono le ambizioni degli elettori.
Guardando i fatti, le dichiarazioni riguardanti i risultati elettorali (stupide o sensate che siano, anteriori o posteriori al voto) fotografano, non che si ignora la Costituzione, ma l’immagine di quello che la classe dirigente di un partito trae dal proprio risultato elettorale e dalle (presunte?) intenzioni del proprio elettorato.
Lo vogliamo chiamare: desiderio di governare? La sola partecipazione al voto dichiara questa intenzione in capo a tutti i partiti.
Quest’ambizione è stata espressa, seppur in termini diversi ed appropriati alla normativa, immediatamente dopo le elezioni, anche dalla coalizione con la maggioranza relativa (a cui ora manca solo un consolidamento interno).
Tra tutte le dichiarazioni, una sola novità, il voto “per andare all’opposizione”, una bugia postuma (usando la logica di questo post: “una cosa errata che fa passare un concetto sbagliato e mistificatorio”), solo alla fine del corretto percorso istituzionale si decide chi debba stare all’apposizione di chi governa (al momento fattore ignoto), comunque ora sappiamo che ci sono coloro che partecipano per perdere e che si sottraggono, per ora, a qualsiasi discussione utile o inutile che sia (nonostante si tratti del secondo partito nella scala di una maggioranza relativa).
Al momento, si procede lungo il percorso stabilito per legge (consultazioni in corso) che, alla fine, ci porterà all’insediamento di un nuovo governo (qualunque esso sia) oppure a nuove elezioni.
Il capo d’imputazione di questo post viene dunque disapplicato (poco conta non possa esserlo) quindi, secondo la logica di questo post, non si mantengono neppure le affermazioni fatte (ancor che errate).
Solo gli eventi futuri ci daranno i “fatti” per giudicare tutti gli attori sulla scena, l’imperfetta democrazia in cui viviamo non è morta né moribonda, prima o poi torneremo a votare (si spera con una legge elettorale costituzionale).
Anche se non ci libereremo di tutti coloro che, prima o poi, mentono. Nel 2013 il PD nel suo programma dichiarava: «Ci candidiamo come alternativa politica e civica al lungo periodo berlusconiano, responsabile di aver lasciato un cumulo di macerie nel Paese e un contesto sociale gravemente deteriorato. I ripetuti scandali hanno sconvolto la coscienza civile del Paese e fatto crescere il distacco dei cittadini dalla politica. Si chiede giustamente un rinnovamento profondo, non di facciata. Non è solo una questione generazionale, ma si rende necessaria una rivoluzione morale e civica che deve penetrare in profondità la politica e i partiti. Questo è il vero rinnovamento che impone la piena attuazione dell’art. 49 della Costituzione che richiama la disciplina giuridica delle formazioni politiche».
Sappiamo poi come sono andate le cose nella scorsa legislatura.
P.S. Il paragrafo che riporto, secondo me, ha una vocazione dittatoriale :
“E per questo motivo è ridicolo, diseducativo, nonché anticostituzionale (in contrasto con lo spirito e la norma della Costituzione) e potenzialmente pericoloso che qualcuno in Italia si ostini a denunciare i “governi non votati da nessuno” e i “Presidenti del Consiglio non eletti”.
E lo affermo perché vivo sotto una dittatura (comunque un modo di governo) che ha emanato leggi censorie a non finire e non troverei per nulla ridicolo nel denunciare il tutto … non lo faccio per paura di finire in galera).
A me i recenti governi italiani (potrei dire tutti quelli dell’ultima legislatura, ma potrei retrodatare di parecchio) hanno suscitato spesso la denuncia (ed a volte anche ribrezzo), e per quanto nel far questo possa apparire ridicolo, diseducativo …ma non anticostituzionale … non credo di rappresentare un pericolo, esprimo solo la mia opinione politica (Art.3).
Tutto esatto ma ho un appunto, e’ totalmente inutile cercare di analizzare le dichiarazioni di chi prima dice che “Il pd è un partito di miserabili, siamo noi l’unica alternativa al pd. Parlare con il pd è un suicidio. Escludo categoricamente qualsiasi alleanza col Pd”. E poi il giorno dopo le elezioni se ne esce che “Il nostro primo interlocutore è il Pd con l’attuale segretario e con le persone che in questi anni hanno lavorato bene”. Questi sono pagliacci che hanno preso in giro tanti cittadini onesti ad andare e venire.
Avete scoperto ora l’ignoranza di Dimaio lo #staccabiglietti?
La Costituzione dice quello ma la mia analisi è che l’Italia è un paese fermo che ha goduto di questo immobilismo dovuto al parlamentarismo esasperato e al proporzionalismo puro per il periodo della guerra fredda e con il cappello e il dollaro americano. La pacchia è finita. Bisogna prendere le decisioni velocemente e in autonomia e questo baraccone non aiuta. Il referendum è stata una sconfitta per l’Italia e si è avverato il “paradosso Travaglio” elaborato da D’Alimonte che tutti, ma proprio tutti i tecnici del diritto avrebbero dovuto conoscere.
I grillini sono sempre stati cazzari ma prima erano a parole simpatici moralizzatori. Ma l'”uno vale uno” e il movimento fatto di brave persone non esiste più. Sono usciti quasi tutti. E sono destinate a essere sempre meno i tifosi da stadio che riescono a bersi le scuse puerili e incondizionate sui continui contrordini di guarescana memoria. Si è sfilato persino Giannuli e anche Travaglio sta per finire la collezione di facce di tolla.
Però è triste. Triste perchè non si vede una soluzione e non c’è un gruppo di persone in grado di mantenere l’etica ed i propri principi per due giorni di seguito.
“ Il referendum è stata una sconfitta per l’Italia”
Ho parlato con decine di grillini e non solo che hanno votato contro la riforma della costituzione solo per togliersi di mezzo Renzi. Neanche sapevano esattamente per cosa si andava a votare. Se ci ritroviamo di nuovo nella prima repubblica è solo e soltanto per ignoranza. Ma adesso che hanno “non vinto” come bersani la volta prima vedrai che si rimangeranno tutto e proporranno una legge maggioritaria.
L’errore e’ stato di Renzi che ha presentato agli elettori una ‘grande riforma’ invece di dividerla in diversi argomenti. Alcune parti della riforma sarebbero passate sicuramente.
Hai pienamente ragione, nelle scuole ormai non si insegna un tubo! Là sovranità del popolo mi lascia sempre un brutto sapore in testa perché non mi permetto di pronunciarlo più!
Io sono anni che sento ripetere dai grilleghisti che non vogliono un presidente del consiglio non eletto e adesso come la mettiamo? ahahahaha!
Tutte le bugie vengono al pettine. Adesso i grullini si godono il governo di un presidente del consiglio non eletto da nessuno e mai visto e conosciuto.
una analisi perfetta, purtroppo non lo sà quasi nessuno in italia, e continuano a manipolare le persone dandogli speranze che ovviamente saranno deluse. ottimo post. esauriente e veritiero!
STANDING OVATION!
Non credo si tratti di analfabetismo costituzionale ma piuttosto di pianificata volontà di attaccare l’avversario politico disinformando il proprio culturalmente modesto elettorato. La riprova e’ che da quando hanno formato un governo guidato da una persona non eletta da nessuno hanno smesso di spacciare queste frottole. Prima Monti, Letta, Renzi e Gentiloni erano colpi di stato perche’ non erano eletti. Conte invece va benissimo. Sostanzialmente la stessa storia di tanti altri temi. Quando erano all’opposizione gridavano vergogna un giorno si e uno no. Una volta al potere hanno fatto le stesse identiche cose ma sempre dicendo che invece sono diverse. L’ultimo esempio e’ il voto sull’autorizzazione a procedere per Salvini. Prima spergiuravano che non avrebbero mai votato contro una richiesta di autorizzazione a procedere poi quando tocca a uno di loro la votano e dicono che pero’ questo e’ un caso particolare. O non hanno rispetto per l’intelligenza degli italiani oppure puntano tutto su quei tanti italiani che purtroppo hanno la memoria dei pesci rossi.